Il fiore e la fiamma ~ Kathleen E. Woodiwiss
- Aurora & Giuseppe

- Jun 3, 2021
- 5 min read
Updated: Jul 23, 2021

Era una ragazza semplice, di quelle che sognano dietro ai libri e alle poesie, e se la vita poi è carogna non importa, una ragione per sorridere la trovi comunque.
[Alessandro Baricco]
Ciao a tutti!
Oggi vorrei parlarvi di un romanzo che ho letto e che mi ha lasciato in una dicotomia emotiva non indifferente al punto che, per capire a pieno questo libro, ho chiesto aiuto ad un amico, nonché eccezionale professionista, che mi ha aiutato ad affrontare l'aspetto psicologico di questa storia.
Il libro di cui vi parlerò si intitola "Il fiore e la fiamma" di Kathleen E. Woodiwiss.
Un breve excursus sulla trama: Heather, una bellissima ragazza di origini irlandesi, figlia di un ricco signore inglese che muore dilapidando tutti i suoi averi al tavolo da gioco. Ormai sola, viene presa in affidamento dallo zio paterno la cui moglie è una vera aguzzina che schiavizza Heather, insultandola e denigrandola vista la sua bellezza fresca e particolare che la rende decisamente appetibile al genere maschile. Una sera va a trovarli il fratello della zia che propone ad Heather di seguirlo a Londra con la promessa di inserirla a lavorare in una scuola per signorine. Vista la possibilità di lasciare la zia e quella vita misera, la giovane accetta. Una volta a Londra, le vere intenzioni dell'uomo vengono a galla. Cerca di molestarla ed inizia un accesa lotta tra i due che porterà l'uomo a cadere sul pugnale brandito da Heather. Certa di averlo ucciso, fugge via perdendosi di notte per la città e ritrovandosi al porto. Due uomini l'adescano e la portano dal loro capitano, Brandon Birmingham, che la stupra. La ragazza riesce a scappare dalla nave di Birmingham e ritorna nella casa dello zio paterno ma, un mese dopo il ritorno, scopre di essere incinta. La zia, conscia dell'opportunità di liberarsi della ragazza e, contemporaneamente, risolvere le sue problematiche finanziarie, costringe Brandon a sposarla.
Non vado oltre per evitare inutili spoiler.
"Il fiore e la fiamma" è un romance storico ambientato alla fine del 1700, inizi 1800. Sono rimasta shockata quando, già dalle prime pagine, ciò che io conosco come romance è stato sbattuto via con una violenza tale da lasciarmi interdetta. Questa ragazzina, di neanche 18 anni, stuprata da un uomo che, per quanto affascinante, non ha avuto alcun rispetto delle riserve di Heather, trattandola peggio di un animale.
A quel punto mi sono posta più di una domanda e per riuscire a comprendere al meglio questa situazione ho dovuto effettuare una ricerca storica.
Durante il periodo della rivoluzione industriale le donne erano considerate totalmente soggette e assoggettate alla figura maschile (il padre o il marito). Il loro unico ruolo era quello di obbedire all'uomo che avevano accanto. Per di più, se per qualche motivo il marito decideva di abbandonare la moglie, il destino della donna era segnato, costretta alla prostituzione. Stiamo parlando di un periodo storico dove gli oggetti erano ben più considerati della donna che doveva occuparsi della casa, della soddisfazione del marito e della procreazione, insomma un mero strumento nelle mani di un uomo.
Una volta chiarito questo non trascurabile dettaglio sono riuscita a capire alcune delle accezioni di questo romanzo che mi ha appassionato, certo, ma che non riuscivo a comprendere fino in fondo.
Mi chiedevo come fosse possibile che tra Heather e Brandon, una relazione nata con la forza e con il ricatto, iniziata con uno stupro, potesse sbocciare l'amore.
Ed è qui che ho chiesto un parere al mio carissimo amico, il dott. Scozzari, psicologo clinico, appassionato di psicodinamica, che mi ha spiegato di come effettivamente, una vittima di un episodio violento, possa arrivare a legarsi al suo aguzzino, parlandomi della "Sindrome di Stoccolma".
La Sindrome di Stoccolma prende il suo nome dallo psicologo e criminologo Nils Bejerot, che analizzò le dinamiche comportamentali delle persone coinvolte in un sequestro avvenuto a Stoccolma, nel 1973. Egli notò come le vittime tenute in ostaggio dai ladri, in una banca che intendevano rapinare, avessero sviluppato un legame di attaccamento nei confronti dei propri rapitori, e come si mostrassero protettivi nei loro confronti (Gianfrancesco, 2021). Piuttosto frequente è, infatti, il fenomeno che porta la vittima di una violenza o un abuso a provare sentimenti positivi verso il proprio “aguzzino”, e talvolta le vittime si rifiutano anche di testimoniare in tribunale contro di loro. Non è raro, tra l’altro, che vadano a trovarli in carcere a seguito di una condanna, per assicurarsi che stiano bene, provando anche sentimenti di colpa per la loro reclusione. Al momento attuale, il termine “sindrome” viene usata in maniera impropria in quanto, seppur connotando un atteggiamento contraddittorio e paradossale, i sentimenti di amore, di protezione e di attaccamento non possono essere considerati dei sintomi che arrecano dolore alla persona. Piuttosto, vissuti successivi all’evento, spesso caratterizzati da sintomi d’ansia, insonnia, incubi ricorrenti, potrebbero sicuramente destare maggior attenzione al livello clinico. Ma in genere si tratta comunque di una condizione successiva al periodo di attaccamento con l’aggressore, quindi non sono sintomi che possono rientrare nella definizione della Sindrome di Stoccolma. Al contrario, sembra proprio che l’attaccamento e l’innamoramento per i propri aguzzini o rapitori consentano alle vittime di porsi in una maggiore probabilità di sopravvivenza, non solo perché in questo modo possono meglio mentalizzare con il loro vissuto interiore, ma anche perché sentimenti positivi di amore e complicità, con meno probabilità desteranno reazioni aggressive e distruttive nei propri confronti (ibidem).
Dopo aver affrontato questa discussione con lo psicologo, sono riuscita a leggere con altri occhi questo romanzo che mi ha tenuta con gli attaccata alle pagine fino alle 4 di notte, bramosa di scoprire come si sarebbe evoluta la relazione tra Heather e Brandon e, per quanto sia un tipo di romanticismo particolare, non convenzionale, sotto molti punti di vista anche un po' malsano, è riuscita a coinvolgermi, a scuotermi, in una storia dai variegati colpi di scena che ti porta ad odiare ma anche amare i protagonisti e i loro sentimenti, inizialmente discordanti poi sempre più intensi.
Colgo l'occasione per ringraziare con il cuore il dott. Scozzari per il supporto e la professionalità con la quale mi ha spiegato alcuni meccanismi psicologici per far sì che potessi da un lato capire e dall'altro apprezzare questo romanzo pienamente, senza riserve.
Aurora

Titolo: "Il fiore e la fiamma";
Autore: Kathleen E. Woodiwiss;
Editore: Feltrinelli Editore;
Prezzo Ed. Cartacea: 9.00€;
Prezzo Ed. Kindle: 3.00€;
Trama: Londra, 1799. Avventuriero innamorato del mare, il capitano Brandon Birmingham non riesce a inquadrare la donna che i suoi uomini hanno portato a bordo della nave. Dovrebbe essere una prostituta, ma Heather Simmons ha modi innocenti e raffinati, la sua figura è distinta ed elegante, la sua bellezza luminosa. Cosa l’ha costretta a girare da sola per le fangose strade di Londra? Da chi sta scappando? Perché è salita sulla Fleetwood, diretta a Charleston, nelle lontane colonie d'oltremare? Qualunque sia la ragione, il capitano Birmingham ha una certezza: quella bellissima ragazza deve essere sua, anche a costo di mettere in discussione la propria vocazione alla solitudine. Perché né le incomprensioni né i fantasmi del passato possono separare due cuori destinati ad appartenersi.
BIBLIOGRAFIA:
Gianfrancesco F., (2021), Sindrome di Stoccolma, in Nurse24.it,



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