Morte di un Dio di Emanuela Valentini
- Aurora Monteforte

- Aug 5
- 4 min read

Ciao a tutt*,
le vacanze si avvicinano (da domani e non vedo l’ora!) ma non posso lasciarvi prima di aver pubblicato la recensione dell’ultimo romanzo che ho terminato, ovvero “Morte di un Dio” di Emanuela Valentini.
Ho avuto l’onore e il piacere di conoscere Emanuela e di leggere praticamente tutte le sue opere e amarle per diversi motivi, per questo la seguo e la sostengo ogni volta che esce un suo romanzo perché già so che sarà un viaggio e stavolta mi ha portato in un luogo oscuro dal quale ho fatto fatica a riemergere.
Miriam è cresciuta isolata tra le montagne, protetta da due uomini e da un silenzio che nasconde un segreto; Eleonora, antropologa, indaga sulla scomparsa di Chiara tra i boschi del Cicolano; Lola, ricoverata in psichiatria, parla di misteri oscuri e divinità morte. Tre storie che avranno un unico punto di incontro. Morte di un Dio è un viaggio inquieto tra natura, memoria e psiche che ti porterà a dubitare di tutto ciò che stai leggendo.
In questa recensione non vi parlerò di tecnica, non ce n’è bisogno perché quella di Emanuela è magistrale. Gestisce “semina e raccolto” in modo proverbiale, senza perdere un colpo. La prosa è ben strutturata al punto da farti smarrire nei meandri della mente delle protagoniste. Ci sono alcuni paragrafi dove ti sembra di perdere la testa insieme a Eleonora e di vivere sulla pelle i traumi di Lola e di vedere il bosco, il piano, le alture attraverso i giovani occhi di Miriam che, nonostante la tenera età, sembrano già contenere mondi. Le descrizioni spiegano perfettamente il concetto di “Show don’t tell” tanto che non ho avuto bisogno di visitare le alture del Cicolano per perdermi in quell’oscurità fatta di foglie, fantasmi del passato e sussurri di morte ma anche di vita; sono riuscita a sentire gli odori del bosco in autunno, il freddo pungente della notte e la paura che ti artiglia il cuore. I plot twist ti schiaffeggiano facendoti boccheggiare fino alla fine e si conclude con l’agnizione delle agnizioni.
No, non vi parlerò della tecnica, bensì delle emozioni oscure, torbide e dolorose, risvegliate dalla lettura di questo romanzo.
Ho iniziato questo viaggio conoscendo già la scrittura di Emanuela ma mi sono trovata in mano un libro che si discostava totalmente dai toni cui ero abituata, scoprendo una delle voci dell’autrice così potente da lasciarmi senza fiato. Fin dall’inizio mi sono immersa a piene mani in quella che è la profondità dell’oscurità umana, correndo sul filo del rasoio tra una storia che si prospettava al limite tra la reale follia e l’oscura fantasia.
Ho vissuto in una marea mentre cercavo di nuotare contro le onde del tempo, provando a raccapezzarmi, persa nel mare della mente umana che mi ha lasciata senza parole per la profondità oceanica in cui mi ha catapultata.
Una mia insegnante, quand’ero ragazzina, disse una cosa che mi segnò profondamente: “La storia è un cerchio” e in “Morte di un Dio” questo concetto è spiegato in tutte le sue accezioni, che siano positive e negative. Un cerchio fatto di dolore, fatto di foglie marcite che sono un po’ la rappresentazione del dolore umano che, se non affrontato, imputridisce dentro ognuno di noi e poi ripulire è, forse, impossibile.
Se vi piacciono i thriller psicologici – quelli che, quando inizi a leggere, ti trascinano su una strada che hai quasi paura a percorrere perché forse ti fanno vedere molto più di te stesso di quanto ti piaccia ammettere – beh, leggete “Morte di un Dio” di Emanuela Valentini.
Alla prossima recensione,
Aurora

Titolo: "Morte di un Dio";
Autore: Emanuela Valentini;
Editore: Piemme;
Costo edizione cartacea: 19,90€;
Trama: Miriam è cresciuta sulle montagne. Ha imparato le leggi della natura e degli uomini guidata da un padre amorevole, Libero, e da uno zio gentile, Primo. Ma non ha mai conosciuto altre persone. Sa del profumo buono di Libero, dopobarba e tabacco, e degli odori del bosco, che conosce uno per uno. Sa anche che alcune domande non vanno fatte: a volte i suoi due protettori litigano, diventano bruschi o violenti, e allora sa di dover rintanarsi nel silenzio. Un silenzio che è grande, lontano dalla città e dagli altri esseri umani. Eleonora, ricercatrice in antropologia, trasforma lo studio del caso di Chiara Ricci, una ragazza scomparsa, in una vera ossessione. Esplora le terre d'Appennino intorno a Rieti, cerca di individuare una pista. Ma brancola nel buio: Chiara è scomparsa da tre giorni nel Cicolano. Sono ettari di foreste e tonnellate di roccia. Forse nessuno la rivedrà viva. Lola è una giovane donna ricoverata in un ospedale psichiatrico dopo un Tso. Santo, lo psichiatra che la prende in cura, si impegna a costruire un legame sincero con lei, ma trova davanti un muro. Lola parla di ragazzine da salvare e divinità che muoiono sulla montagna. Nessuno la capisce. Le vicende delle tre donne, apparentemente separate, si intersecano e riportano all'eremo di Miriam, luogo impervio e misterioso. Perché sulla montagna si annida un tremendo e scandaloso segreto che le attende da anni.



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