L'Eneide di Didone di Marilù Oliva
- Aurora Monteforte
- Jul 16, 2022
- 4 min read

Ciao a tutti e buon week-end!
Oggi, ahimè, vi parlerò di un libro che non sono neanche riuscita a finire di leggere.
“L’Eneide di Didone” di Marilù Oliva.
“L’Eneide di Didone” è una rivisitazione del poema epico scritto da Publio Virgilio Marone tra il 29 a.C. e il 19 a.C. che vede Didone, per l’appunto, protagonista del romanzo. La narrazione in prima persona, si svolge su tre punti di vista: Didone, Giunone e Venere.
Prima di parlare di questo romanzo vorrei fare una premessa.
Amo i poemi epici, tutti. Quello che meno preferisco è l’Odissea, probabilmente perché trovo Ulisse un po’ tronfio, ma l’Iliade e l’Eneide sono due delle opere che più amo; l’opera di Virgilio ancora di più perché narra delle origini di Roma – sì, sono un po’ di parte.
Unico neo dei poemi epici sono le figure femminili, normalmente adombrati da questi uomini eroici, pieni di pietas, coraggio, con origini divine alle spalle. Nell'Iliade troviamo Andromaca, la moglie di Ettore, che diverrà il prototipo della sposa buona, amorosa e sottomessa; Elena è la causa della guerra, bersaglio dell’infamia, sulla quale concentrare l’odio (solo Ettore avrà per lei compassione); Briseide, schiava di Achille e totalmente sottomessa a lui tanto da divenire sua moglie. Nell'Odissea troviamo Penelope, la moglie di Ulisse, fedele e virtuosa, ha passato vent'anni a rifiutare pretendenti in attesa di suo marito (creduto da tutti morto); Circe, la "strega" cattiva che, con l’inganno, impedisce all'eroe di tornare a Itaca; Calipso, la ninfa che si innamora dell'eroe e lui, solo ed esclusivamente per senso di responsabilità, decide di restare con lei per ben otto anni; stessa sorte quella di Nausicaa. Insomma, tutte donne che cadono ai piedi di questo Ulisse! Nell'Eneide troviamo Creusa, moglie di Enea e madre di Ascanio, che viene persa per strada nella fuga da Troia; anche nell'Eneide troviamo Elena bistrattata come causa della guerra, solo perché talmente bella da far innamorare tutti di lei (che poi, si può incolpare davvero Elena per la guerra solo perché bellissima?).
E poi c'è lei, Didone, la vera eroina.
Scappata da Tiro dopo la morte del marito per mano del fratello, giunta in quella che all'epoca era Cartagine, ne divenne la fondatrice e la regina grazie alla sua astuzia infatti – con un escamotage – riuscì a sottrarre a Iarba il terreno dove edificare la sua nuova patria. Fece sviluppare la sua terra, diventando una regina amata e forte. La prima vera eroina donna nella storia dell'epica dove siamo sempre stati abituati a vedere donne gregarie di uomini più forti, più belli, più amabili. Mi aspettavo di vedere narrata la storia di Didone come doveva essere - portandole il rispetto che meritava perché non aveva bisogno di indossare i pantaloni di Enea per diventare altrettanto degna, altrettanto pia, altrettanto eroica.
In un romanzo dedicato alla prima donna che non è la spalla, la sposa, la schiava, la sottomessa di un uomo, mi aspettavo di vederne tracciare il carattere, forte e deciso; mi aspettavo di vedere cosa l’ha resa così coraggiosa, così decisa e valorosa. Anche nella sua follia d’amore, che l’ha portata a suicidarsi per Enea, Didone ha mostrato di essere l’unica ad avere diritto di parola e d’azione sulla sua vita.
Ne “L’Eneide di Didone” invece, in un romanzo quasi totalmente didascalico, troviamo una donna che non sa cosa vuole, timorosa, schiava della paura e delle dicerie. La storia di Enea viene stravolta con la sua prematura dipartita per mano di Didone e lei cosa fa? Decide di vestirne gli abiti e prenderne il posto in incognito e, quando i troiani scoprono l’inganno, giustificherà il tutto con una maledizione di Giunone.
La Didone che ho amato è quella donna che – a testa alta – avrebbe mostrato tutto il suo essere, non si sarebbe fatta fermare da quello che avrebbero potuto dire di lei i suoi compatrioti per aver ceduto alla lussuria con Enea, complice le due dee – Giunone e Venere – in combutta.
Non sono riuscita ad andare avanti.
Ci ho provato, sono arrivata a quasi la fine, ma non ce l’ho fatta.
Sono per il Girl Power, sempre, a spada tratta.
Proprio per questo credo che non è indossando gli abiti di un uomo e fingendosi tale che si esalta la figura di una donna anzi, così si alimenta il luogo comune della “donna con i cosiddetti”. Noi non abbiamo i cosiddetti. Noi abbiamo altro, abbiamo tutto e per sentirci forti e risolute non abbiamo bisogno di indossare gli abiti di un uomo. Non ci stanno bene i loro vestiti. Le donne devono vestirsi di forza, di intelligenza, di amore, anche quello folle, perché infondo siamo un po’ folli ed è proprio questo che ci rende uniche, così come siamo.
Alla prossima recensione,
Aurora
Titolo: "L'Eneide di Didone";
Autore: Marilù Oliva;
Editore: Solferino;
Costo edizione cartacea: 16,50€;
Costo edizione ebook: 9,99€;
Trama: Didone ha conquistato con l’astuzia una terra per il suo popolo, i Fenici, sulle coste africane. Regina senza re, ha fondato Cartagine, l’ha cinta di mura, l’ha dotata di leggi. Ma è assediata dall’avidità dei capi nomadi, stanca delle quotidiane fatiche diplomatiche, preoccupata per il futuro e si sente sola. Un giorno approdano le navi degli stranieri: sono fuggiti da Troia in fiamme e li guida un eroe di cui lei ha udito cantare le gesta, Enea. Comincia così una delle più grandi storie d’amore, tradimento e disperazione mai raccontate, immortalata nell’Eneide di Virgilio. Ma c’è una voce da cui non l’abbiamo mai sentita narrare: quella della protagonista, Didone stessa, donna forte e sopravvissuta a mille traversie che pure si uccise per amore. O almeno, questo è ciò che sappiamo. Ma come sono andate «davvero» le cose? Qual è la versione al femminile dietro alla partenza di Enea da Cartagine e al suo viaggio verso la penisola italica, che portò alla fondazione di Roma? Meglio di chiunque altra lo sanno forse due dee, Giunone e Venere: l’una è la guida agguerrita di Didone, l’altra è l’amorevole protettrice di Enea. E un conflitto divino farà da sfondo a una sorprendente avventura umana sulle due sponde del Mediterraneo, che cambierà le sorti del mondo.
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